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Con questo articolo desidero illustrare una delle teorie che fungono da punto cardine del concetto di funzionalità del corpo umano e di conseguenza degli interventi - i trattamenti manuali ma anche l’allenamento - con i quali ci si agisce.
Si parla di un approccio, una modellizzazione del corpo umano elaborata da Gray Cook (physical therapist) e Michael Boyle (strength coach) che ha avuto il potere di causare una piccola rivoluzione concettuale e di ragionamento in tutti i settori che si occupano di movimento: il joint-by-joint approach (ne abbiamo parlato in breve anche qui: https://www.instagram.com/p/B-rEHweA8wO/?utm_source=ig_web_copy_link).
L’innovazione risiede nell’idea di considerare il corpo in movimento come un insieme di strutture che interagiscono e comunicano allo scopo di ottenere la massima efficienza possibile. All’interno di questa organizzazione, ogni struttura ha un ruolo specifico sulla base della sua conformazione, della sua posizione, dei suoi gradi di movimento, ma anche e sopratutto dell’azione che i muscoli che agiscono su questa struttura sono in grado di compiere.
Seguendo questo ragionamento, Cook e Boyle hanno attribuito ad ogni principale articolazione un ruolo stabilizzatore (articolazioni stabili) oppure di generazione di movimento (articolazioni mobili) e hanno notato come sia possibile riscontrare un’alternanza di queste all’interno del corpo. Osservando dal basso verso l’alto:
Piede: stabile
Caviglia: mobile
Ginocchio: stabile
Anca (articolazione coxofemorale): mobile
Colonna lombare: stabile
Colonna toracica: mobile
Scapola: stabile
Spalla (articolazione glenomerale): mobile
Gomito: stabile
Polso: mobile
È necessario tuttavia capire cosa si intende con stabile e mobile al fine di non mal interpretare.
Con articolazione stabile si intende una struttura che ha il compito di mantenere la posizione al fine di fornire una solida base d’appoggio alle articolazioni mobili e ai muscoli multiarticolari che generano il movimento. Le strutture stabili NON sono immobili, ma fungono da ponti per il trasferimento di energia.
Con articolazione mobile, si intende invece una struttura che ha la capacità di muoversi liberamente nel tutto il range articolare. Sono le articolazioni che, all’atto pratico, ci permettono il movimento.
Qual è l’utilità pratica di questo modello?
Il punto forte della teoria è il fatto di essere derivata da anni di osservazioni: gli autori hanno notato come la frequenza di infortuni o dolori ad un distretto sono correlati con rigidità o ipermobilità delle articolazioni adiacenti. Partendo da qui, questo metodo ci dà uno strumento in più per indagare le possibili problematiche fisiche di chi si interfaccia con noi come professionisti del movimento o, dall’altra parte, uno strumento migliore per ragionare su come si muove il nostro corpo e su quali siano quindi i corretti princìpi su cui basarci per allenarlo.
Possiamo quindi affermare che il ruolo dell’articolazione determina la tipologia di intervento sia in ottica di risoluzione di dolori o fastidi sia di potenziamento.
Per fare un esempio molto chiaro e utile, la porzione lombare della colonna dovrà essere allenata per ricercare maggior stabilità; tutto torna, se ragioniamo che la muscolatura che circonda quest’area è esattamente quella che viene definita “CORE” e le vengono assegnati i ruoli di anti-estensione e anti-rotazione; idealmente si ricerca quindi la capacità di controllare quella porzione rendendola stabile indipendentemente dai movimenti del resto del corpo (https://www.youtube.com/playlist?list=PLwQe4ep1ykEEJYSNIPFcjO2CQQq8OmVGf). Si spiega così la grande attenzione agli esercizi per il core, dalle semplici isometrie ai lavori combinati di tenuta del core destabilizzato dal movimento degli arti (cfr. plank e plank reach, tra gli altri).
Di fatto, le strategie di preparazione atletica per sportivi si stanno muovendo in questa direzione: si pone infatti enfasi sulla propriocezione e stabilizzazione del ginocchio, del core, della scapola mentre ci si concentra sul potenziare le strutture responsabili del movimento dell’anca, della spalla.
Il Team Laces crede fortemente in questa strada. Siamo convinti che sia il percorso corretto e ideale non solo per gli sportivi di livello, ma anche per la “general population” che ricerca nell’allenamento uno strumento per migliorarsi esteticamente, funzionalmente ma sopratutto che faccia stare bene.
E per coloro che sono interessati ad un Corso Online di Allenamento Funzionale, vi rimandiamo al Corso di Formazione in collaborazione con Corebo.
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